Politica di coesione regionale: che cos’è e come funziona

La Politica di Coesione regionale rappresenta la più importante politica di investimento e di redistribuzione tra le regioni europee, alla quale è infatti destinato un terzo delle risorse del bilancio pluriennale dell’Unione. Nata nel 1957 con il Trattato di Roma e sviluppatasi poi con il Trattato di Lisbona (2010), essa mira a ridurre le disparità tra le regioni degli Stati Membri dell’Unione per raggiungere uno sviluppo economico, sociale e territoriale equilibrato. La concretizzazione di questo obiettivo avviene attraverso l’impiego di tre fondi principali per la crescita e l’occupazione: il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse) e il Fondo di coesione (Fc), i quali sono responsabili per l’erogazione dei finanziamenti della Politica di Coesione, per un valore di 351.8 miliardi di euro. Tenendo conto anche dei Contributi nazionali pubblici e privati, l’impatto complessivo supera i 500 miliardi di euro. Il quadro dei Fondi strutturali d’investimento europei (Fondi SIe) si completa con il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) che eroga i finanziamenti indiretti della Politica agricola comune, e il più piccolo Fondo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp). Gli investimenti interessano tutte le regioni dell’Unione Europea, con una ridistribuzione basata sul loro grado di sviluppo, misurato con il PIL pro capite. Oltre la metà dei finanziamenti viene infatti assegnata alle Regioni considerate meno sviluppate. La politica di Coesione prevede un modello manageriale multilivello organizzato con un Quadro Strategico Comune definito dalla Commissione Europea, un Accordo di Partenariato che, attraverso la collaborazione della Commissione e dei Governi Nazionali, stabilisce per ogni Stato Membro le priorità di investimento e l’allocazione delle risorse. Gli organi di programmazione, gestione e monitoraggio dei progetti sono infine responsabilità di regioni e comuni. A livello europeo, la responsabilità della politica di Coesione fa capo al commissario alle Politiche regionali e ad una direzione generale.Durante il periodo 2007-2013 la politica di Coesione ha permesso la creazione di 600 000 posti di lavoro, il sostegno a 200.000 PMI, la costruzione di 18.000 km di ferrovie e 25.000 km di strade. Grazie all’impiego dei Fondi SIE a 3 milioni di cittadini è stato garantito l’accesso all’acqua potabile e a 5 milioni fornito l’accesso alla banda larga. L’Italia con quasi 45 miliardi di euro è il secondo Paese beneficiario, dopo la Polonia. Alle regioni del Mezzogiorno, il cui Pil pro capite è inferiore al 75% della media Ue, vanno circa i ¾ delle risorse. Per il prossimo periodo di programmazione 2021-2027, il cui assetto è oggetto di confronto tra Commissione, Parlamento, Stati membri e autorità regionali, l’ordine di grandezza delle risorse destinato a rendere più omogenei gli standard di vita nei territori dell’Unione non è destinato a subire variazioni epocali.