Bando FAMI: oltre 17 milioni di euro per l’integrazione dei migranti
Il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) ha appena aperto il nuovo bando AMIF-2016-AG-INTE per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi, in scadenza il 28 febbraio 2017.
Il FAMI è stato istituito per contribuire allo sviluppo della politica comunitaria sull’asilo e la migrazione, aiutare una gestione più efficace dei flussi migratori e per rafforzare lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa.
I progetti candidati a questo bando devono rivolgersi ad almeno una delle seguenti priorità:
- Promozione della partecipazione attiva nella società
Gli obiettivi di questa priorità sono:
- promuovere azioni innovative per aumentare la partecipazione dei cittadini di paesi terzi alle attività educative e sociali, alla vita culturale, al volontariato, alle professioni nel settore dei media e ai quadri decisionali e rappresentativi;
- favorire la creazione e condivisione di conoscenze e lo sviluppo di capacità su azioni efficaci di partecipazione dei cittadini di paesi terzi alle attività e ai settori di cui sopra.
I progetti candidati sotto questa priorità dovrebbero includere le seguenti attività:
- iniziative concrete per promuovere la partecipazione attiva dei migranti nella società ospitante (azioni di informazione, sensibilizzazione, formazione, piani e misure di gestione della diversità, programmi di mentoring);
- promozione, disseminazione e condivisione di pratiche di successo, esperienze e meccanismi di partecipazione attiva di questi soggetti.
- Sostegno pre-partenza e post-arrivo per l’integrazione di persone che necessitano di protezione internazionale ricollocate in UE o reinsediate da un paese terzo.
Questa priorità promuove:
- attività pre-partenza per preparare i migranti reinsediati alla vita nell’UE, propedeutiche alle attività post-arrivo
- attività specifiche post-arrivo per un’effettiva integrazione dei migranti reinsediati o ricollocati;
- attività di capacity-building nelle comunità ospitanti, in particolare per fornitori di servizi e potenziali datori di lavoro.
Le attività pre-partenza possono includere: formazione linguistica e sviluppo di capacità che facilitano l’integrazione; gestione delle aspettative; sostegno lungo l’intero percorso di reinsediamento; informazione su ordinamento giuridico, norme culturali e sociali, diritti e doveri nel paese ospitante; workshop sulla convivenza in ambienti multiculturali e multilinguistici; orientamento nell’accesso a servizi, gestione del denaro, ecc.
Le attività post-arrivo possono includere: formazione linguistica; continuazione dell’orientamento in campo socio-culturale fornito in fase di pre-partenza; formazione su diritti, inclusi i diritti dei minori, responsabilità e istituzioni nel paese ospitante; formazione per lo sviluppo di competenze; formazione di volontari, ufficiali e fornitori di servizi riguardo al lavoro con migranti reinsediati e ricollocati (per esempio formazione sulla vulnerabilità e l’esperienza traumatica dei migranti); creazione di opportunità di volontariato nella comunità; orientamento sui servizi appropriati.
Le attività di preparazione della comunità all’arrivo dei migranti possono riguardare: preparazione degli organismi amministrativi rilevanti (scuole, ecc); orientamento socio-culturale (informazione sui paesi di origine, ecc.); decostruzione di miti e stereotipi; workshop sulla convivenza in ambienti multiculturali e multilinguistici; occasioni di scambio diretto tra i migranti e le comunità ospitanti.
I progetti dovrebbero prevedere una partnership multi-stakeholder coinvolgendo autorità locali, regionali e nazionali e organizzazioni della società civile. Possono essere impiegati anche volontari dei Corpi europei di solidarietà.
Il budget a disposizione della call è di 17.604.000 euro. Il contributo richiesto da ciascun progetto deve essere compreso tra 450.000 e 750.000 euro. Il cofinanziamento UE può coprire al massimo il 90% dei costi totali eleggibili.
Le organizzazioni che possono presentare candidatura sono enti pubblici (incluse autorità locali, servizi pubblici per l’impiego, servizi per i giovani e istituti di istruzione) ed enti privati no-profit con sede negli Stati membri UE (esclusa la Danimarca che non partecipa al FAMI) e organizzazioni internazionali anche con sede in uno Stato UE non partecipante. Gli enti profit possono partecipare solo in qualità di partner e su base strettamente no-profit.
I progetti devono avere carattere transnazionale, quindi coinvolgere almeno 3 organizzazioni di almeno 2 diversi Stati membri partecipanti al FAMI.
La durata massima per i progetti è di 24 mesi.
Per informazioni e candidature visitare questo sito.